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Ora c’è anche la scarpa smart. Un’innovazione non fine a sé stessa, ma volta a identificare qualità, sostenibilità, stile e comfort di uno dei grandi prodotti della manifattura italiana. Un settore, dalla lavorazione della pelle per la suola fino alla realizzazione della scarpa intera, che affonda le sue radici nella secolare sapienza artigianale italiana.
A LineaPelle, la più importante fiera internazionale sulla pelle in scena dal 21 al 23 febbraio presso il polo, BiMag ha scambiato quattro chiacchiere con Antonio Quirici, presidente del consorzio Cuoio di Toscana. Ovvero gli inventori del kit che identifica la scarpa di eccellenza.  

IL CHIP NELLA SUOLA CHE RENDE LA SCARPA SMART
Ma come è formato questo kit? Quirici spiega: «Ci sono diverse componenti. Un punzone per la marchiatura. Una brochure con i brand che racconta fanno parte del consorzio. Un cartellino di autenticità da inserire nella confezione finale della scarpa. E il pezzo forte: un chip nella suola, l’NFC Tag contenente le informazioni su materiali e fasi di lavorazione e produzione».
Come attivare la scarpa smart? Quirici illustra: «Basta avvicinare al chip un qualunque smartphone abilitato alla tecnologia Near Field Communication (NFC) per accedere ai contenuti più vari». Le informazioni riguardano tutta la filiera produttiva e raccontano anche delle diverse aziende.

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